giovedì 15 maggio 2014

Welcome To The Jungle - Seconda Parte

La voglia di innamorarmi ha spesso portato il mio cuore a battere in zone altamente a rischio abrasioni, e ogni volta, si è ritrovato ferito, malmenato, ammaccato ma per fortuna mai infranto completamente. A 29 anni credo di non essere mai stato davvero innamorato. Infatuato, affezionato forse, ma l'amore quello vero (che poi cos'è?) non credo di averlo mai provato per nessuno. A parte per i miei genitori, mia sorella e i miei amici, ma quella è un'altra storia. 
Nel 2007 all'alba dei miei 22 anni, sempre grazie ai siti di incontri che venivano forniti a noi gay in quel periodo, conobbi un ragazzo di Torino, un certo G., coetaneo, studente di cinema, abitava da solo in quegli appartamenti universitari, sapeva cucinare, praticamente faceva il tipo di vita che avrei voluto fare io che invece vivevo con i miei (e udite udite, ci vivo ancora). Ne rimasi affascinato e in una giornata di Ottobre abbastanza soleggiata, costrinsi la mia amica Terry a trascinarmi a Torino per conoscerlo. Lei passò tutto il giorno da sola per musei (o così mi disse), io con lui. Mi piaceva. Gli piacevo. Ad oggi è stata la storia più romantica che io abbia mai avuto. Due mesi di scappatelle a Torino, il panorama, la Mole, la vista dalla collina di Superga, l'arrivo del Natale...furono due mesi magici, si viveva di tenerezza ma il sesso era del tutto inesistente e ogni volta che si toccava l'argomento si finiva per litigare. Lo lasciai una settimana prima di Natale perché avevo capito che qualcosa era cambiato ed era diventato freddo con me, non era più così sicuro dei suoi sentimenti e io nemmeno. La rottura arrivò dopo una settimana di convivenza momentanea dove mi ero trasferito nel suo piccolo appartamento mentre il suo coinquilino era tornato dalla famiglia. Quei giorni furono pieni di liti ed era chiaro che andavamo d'accordo solo quando ci si ritrovava una volta a settimana. Quindi come dicevo lo lasciai ma non fu certo una scelta facile. Passai delle feste di merda. Lui mi scrisse una lettera a mano, con carta e penna, ad oggi il mio rimpianto più grande è di averla buttata senza aprirla. Rabbia, orgoglio, dolore...non la lessi nemmeno. Quando dopo anni trovai G. su Facebook gli chiesi se ricordasse il contenuto di quella lettera ma ovviamente era passato troppo tempo e si era trasferito in Belgio per lavoro. Tutti vanno avanti con la loro vita, fanno carriera, vanno a vivere all'estero. Io sono ancora nella mia casa di infanzia con un lavoro da commesso a 1000 € al mese e forse di questi tempi non dovrei nemmeno lamentarmi ma ho sempre avuto il difetto di guardare quelle persone che stanno meglio di me.
Dalla rottura con G. a fine 2007 rimasi single fino ad Aprile 2013. Si, avete letto bene. Sei lunghi anni da single. Furono anni di sperimentazione e di sesso all'ennesima potenza. Non arrivava nessuno di interessante e quindi decisi di buttarmi senza metterci il cuore con tutti quelli che passavano appena fuori dalla mia vita. Gli incontri erano divertenti, alcuni al limite del surreale, ma mi lasciavano tutti l'amaro in bocca. Dei miei incontri e delle tipologie di persone che trovai sul mio cammino durante quegli anni ne parlerò altre volte in modo più approfondito. Adesso proverò a finire la mia lista di relazioni sentimentali fallimentari così non dovrò più toccare l'argomento e potrò concentrarmi su altri discorsi più interessanti. Anche perché su tutte le mie storie ho avuto una data di scadenza di due mesi. Non sono mai andato oltre. Ma tutti avevano in comune qualcosa, la lettera G dell'iniziale del nome, le origini meridionali e il vizio del fumo. 
Come stavo dicendo, nella primavera 2013 dopo anni da single, decisi di scaricare Grindr e mi si aprì un mondo nuovo. Conobbi un ragazzo, lo chiamerò Psycho (perché alla fine non ci sarebbero soprannomi migliori). All'inizio sembrava normale, tutto andava bene, 35 anni, impiegato in un ufficio, cresciuto in una famiglia ricca, insomma il partito che tutti i ragazzi gay vorrebbero avere al loro fianco. Ma scoprì ben presto che abitava ancora con i suoi genitori (senti chi parla!), era disoccupato (e quindi bugiardo) e non era del tutto sano di mente. Non riusciva mai a dormire la notte, allora si imbottiva di sonniferi che buttava giù con litri di RedBull (chissà perché il sonno faticava ad arrivare) e soprattutto iniziò a trattarmi come una pezza da piedi. Dopo due mesi (eh!) decise che con me si annoiava e quindi mi lasciò per telefono in una delle sue (e delle mie) notti insonni. Piansi per due giorni e poi decisi di partire per Copenhagen con mia sorella. Al mio ritorno però fu chiaro che c'era qualcosa in lui che non andava per niente e scoprì a mie spese dove può portare la pazzia umana...

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